Raccolta opere
PENSIERO GIOCOSO
..e se pensiero giocoso si vestisse a sera,
giusto per far nascere un ribollio di cuore,
sarebbe cosi stolto da elargire debolezza
alla rugiada del mattino?
No è vero non può non ha la carnalità,
fatta di stridore di pelle alla stretta della rabbia
alle prime lacrime di un sentimento ferito,
non ha la pesantezza delle ossa
incapaci si staccarsi dalle viscere
senza scrocchiare si saggezza nude di vecchiaia...
Ah, stolto destino mi provochi ad ogni respiro,
provi ad uccidere quell'ingenuo pensiero inerpicante al tramonto,
ma non puoi !!!
come l'anima può staccarsi e volare sola
e dilaniare la speranza fra pezzi di carne e sofferenza,
non puoi per quanti grida di dolore trasudino dai pori annientarla!!!
finche esisto e posso usare la mente non lascio
l'anima sola a se stessa, avrà tutto il tempo
di ridere della tua stupidita fato ingrato.
Paolo Fior
CHE SENSO HA…
Che ce oltre quegli occhi vitrei spenti se non per un lieve ardere di cenere,
tutti uguali sbeffeggiati dell’ età del corpo,
quella pelle semifredda incurante se veste un bimbo, un uomo o un vecchio.
La sensazione alla carezza e mista fra illusione del sentire vita in quelle cellule
e vedere una luce angelica alla mia sinistra.
L’uomo dal momento del sapere ha cercato di capire oltre l’ignoto fra stelle,
numeri, macchine arrogante del conosciuto,
ma che importa anime silenti
se non ci si ferma ad ascoltare il sapore di una lacrima,
il brivido di carezza, il calore viscerale di un abbraccio, il volto della sofferenza;
se non ci accorge dell’arborea luminosità di un arcobaleno
nell avvolgere un volto felice dopo la tempesta?
Paolo Fior
CAREZZE SENZA VOLTO
Siediti vicino a me mano sconosciuta
dona i tuoi occhi alle mie debolezze.
Sono un uomo carnalmente ferito,
con cuore ornato d'ingenue spine.
Dono l'affetto
ricevendo tremanti brezze di sincera gratitudine,
dal mio palmo trapassa calore
a quell'anima spenta vestita di carne
abbracciata da tanta bellezza,
spunteranno ali e tornerà a volare...
Io folle ingenuo
tornerò freddo, imbranato d'emozioni
mentre prendo a sberle qualche lacrima
in attesa di quelle carezze ad oggi senza volto
FILO D’INCHIOSTRO
E da un po’ filo d’inchiostro
che non ti lascio scivolare in un pezzo di carta
assieme a espressioni articolate a forme di linguaggio umano,
ad esprimere ciò che spesso madre terra sorridendo avvolge nel mio sguardo.
A volte mi chiedo se sia io a scegliere la solitudine o essa a scegliere me,
ma in fondo che importa,
che importa se un petalo di rosa bianca s’inchina
all’ abbraccio di una goccia di rugiada o essa si tuffa nelle sue labbra?!
Sono carne intrisa d’angoli di buio illuminati da qualche emozione
fra sterpaglie d’arido terreno fertile all’ amore ma irriso da fato.
Filo d’inchiostro torno a te ad ogni silenzio tremolante assente di sguardo amato ,
sperando che la nostra fratellanza doni al cuore la danza serena
senza il domani
sia tempestosa paura di una sera con in mano i resti della speranza
resi polvere scivolare in un buon ricordo dio ciò che son stato
Paolo Fior
Giullare irridente
Alzando lo sguardo al cielo tumultuoso
nell’impavido scontro fra nere nubi e bianchi alfieri,
un fascio luce rivela te bimbo irridente.
Sono assalito dalla curiosità che funesta tale squarcio arboreo.
Ridi dele nubi che s’azzuffano sudanti pioggia
padrone del sereno sopra di loro,
o di me nelle speranze umane?
O entrambi?
Visto tuo puoi scegliere
se andare sopra la tempesta o squarciarla,
portando sempre con te manti di luce quasi a danzare
fino alle mie mani
giullare irridente di tutto ciò che ti attornia.
Paolo Fior
Gocciola pian piano sinuosa verità,
in fin dei conti ho solo una pelle
già arida di spensieratezza
rigata dalla fermezza del tempo,
a volte dipinta di cicatrici d’azione.
È cambiato anche l’eco del tuo cadere
più ombroso, materiale, cinico mentore
o sapiente adulatore.
A man mano veridicità corrodi
ciò che gli occhi attorniati da pelle rugosa
lucidi e tremolanti vogliono allontanare,
ossia : l’apatia del vivere…
Ella volte è svegliata dal canto della civetta
fra una carezza e un sorriso in viso.
In tutto ciò mi chiedo come fa lo sguardo del sole a non piangere
di gioia o dolore, trasudante di passione esistenziale
in balia del bene e del male, mentre
il vento gioca con le onde del mare ?!.
Ah! che stolto d’uomo sono, forse tutti quei crateri
che vedo in sorella luna, sono proprio le lacrime cadenti
che fratello sole lascia nel rossore di un tramonto.
Attanagliante.
Che ti ho chiesto,
se non qualche goccia di rugiada
fra le dita, giusto
per non creare dolore
alla pelle sottile dello sguardo?
Strofino gli occhi con speranze intrappolate fra le mani, drammaticamente disperato
quando le parole non coprono il vuoto
dell’ umana debolezza.
Per una vita un sogno attanaglia il cuore ma non so,
se il fatto lo trattiene lontano sapendo il possibile dolore al risveglio.
Madre terra
se proprio non puoi convincere
il sole a donarmi tale sogno
finché ho la forza della braccia,
almeno
corteggia sorella luna
affinché prenda casa nel sonno,
rendendo tale voce astrale
tanto reale da svegliarmi
avvolto da lacrime
di commozione !
Paolo Fior
SPADE INNEGGIANTI
Velati rimpianti echeggiano a sera,
rintocchi chiamano il tempo,
scritto,
nell' umido viso
imbratto d'ingenuo sorriso,
nell'afferrare schiamazzi di cuore sincero
chino all'imbrunir di vita passata.
L'anima danzante alle luci di giovani stelle,
queste,
luccicanti spade inneggianti a luna nascente
SPADA DI ROSE
Che hai amica solitudine,
vieni non ti odio,
ne abbiamo fatta di strada assieme.
Volti e anime in mano per alcuni sospiri o tramonti,
abbiamo dato motivi per sorridere,
qualche volta velato d'ombre occhi
con i limite che fan di me un essere umano
e pur di non accettarci noi due.
Si è vero per non stare con te a volte m'aggrappo a cuore altrui
soffocandolo non accontentandomi di quel che può
con il “tempo” tiranno che se la ride.
Quando arrivi non per scelta stritoli cambi volto
ti tingi di demone, non da maestra,
mi spingi in un angolo o a volte ci finisco da solo
per non sentire il tuo fiato sul collo ma per guardarti in faccia
ed essere vero e non finto nemmeno con te.
Che sia una lotta fra rispetto, onesta e sincerità
con spade di rose,
cosi il giorno che entrambi saremo
ai piedi delle grande luce stringeremo anime vere
e saremo aurore boreali negli sguardi al cielo
di chi abbiamo avuto fra le dita
Paolo Fior
UN PAIO D'ALI
...un paio d'ali solo quelle...
vestiamo un lacrima
in questa sera di finse estate
e ci facciamo un giro attorno alla luna.
Si si sorrido anima mia
ogni sera svesto ciò che sono
affidando tutto alla clemenza dei sogni.
Alla mattina passata la sbornia
riprendo quelle ossa e carne
che mi ritrovo addosso
spesso acciaccate.
Lascio sul cuscino una mano di speranza,
magari per una volta tanto la vita alla luce del sole
si vestisse di ciò che occhi vitrei
oggi, hanno smesso di credere....
Paolo Fior
QUEL FIORE
A volte mi chiedo se quel fiore cosi virile,
lucente e ombreggiato di colori cristallini
inumidito di rugiada,
si ricorda di chi sono quelle lacrime
che hanno donato la loro essenza.
Forse si, chi lo sa,
in fondo il tramonto accarezza il mare e
lo fa da secoli senza pretendere lo guardino o si ricordino di lui.
Lo fa è basta, non so se il domani darà nutrimento e carnalità
a questo corpo imperfetto segnato in ogni fibra,
da ciò che non può decidere,
sporcato di sensibilità unica nella sua diversità
che qualcuno da deciso si inserirla fra le viscere.
L'assurdo di ciò che non abbiamo potuto scegliere
ne io, ne il tramonto, e nemmeno il fiore ha potuto spostarsi.
Cosi che posso farci se non convivere con ciò che sono
sorridendo per più silenzi possibili...
Paolo Fior
SONO
Vorrei poter accarezzare la pelle del tuo viso spostandola
per arrivare all'anima.
Vorrei poter sfiorare i brividi del tuo cuore inebriato dalla forza dei nostri sorrisi,
Vorrei il tempo non fosse un motivo d'appannamento della spontaneità di un bacio.
vorrei saper sopportare le spine della tua rosa tatuata nel sussurrare ti voglio bene
senza sentire stridere il dolore che rende umane le mie debolezze.
Vorrei..quanto tempo lasciato alla rugiada,
scritto nelle notti della luna, lacrime d'estate
e lampi di rabbia nelle sere d'inverno.
Prima però ciò che sono diventi un “se fossi stato”
...lascia che gridi alle onde del mare
“sono”
....ingenuo, a volte immaturo,
unico come ogni tramonto se assaporato in un sorso di luna,
folle nel credere ciò che la vista smentisce puntualmente...
ma sono...
un emozione in ogni cuor che s'affaccia ai miei occhi.
Paolo Fior
SOLE RALLEGRATO
Bussa luna, bussa
chissà che sguardo annebbiato ti aprirà?
Sincero non v'è dubbio, armato di lacrime dorate, forse...
si lo so mi conosci,
quella foglia che s'appoggia sulla spalla addormentandosi nel prato
alle grida d'autunno è la tua “pacca” sulla spalla.
Ma come posso allontanare l'anima da ciò che s'insinua
in questi pezzi di carne sporcati di voglia d'amare?!
Devo ritrovare ciò che sono e cosa c'è di più giusto se non il tuo volto,
qualche danza di stelle e civette ironiche svolazzanti
fra superstizione e compagne della notte.
Beh, non apro le mani a te stasera,
non vorrei quei pochi sogni che stringo cadessero a terra,
ma stampo un sorriso sulla rugiada si sa mai rallegri la giornata
al primo raggio di sole che lo coglierà.
Paolo Fior
Verrà,
verrà quel giorno in cui le mie mani accarezzeranno
le labbra umide di un bacio all'anima.
Verrà quel giorno che i miei occhi scivoleranno
nelle vali di un cuore giocando con i volti dei petali
mossi dai nostri passi.
Verrà quel giorno che le lacrime siederanno in mani
che stringendo le mie daranno ossigeno al corpo dialaniato
dal peso della vita.
Verrà quel giorno in cui le risa si uniranno in un unico suono
fra cicale notturne echeggianti suoni d'estate.
Verrà quel giorno in cui i sogni useranno questo corpo,
queste mani, quest'anima, verrà...
e se non è previsto in questa vita,
per volontà del fato seppur nobili volti di sincerità
si rispecchiano a me,
madre sera lascia attraverso la tua voce
commozione con gocce di rugiada
quando amori sinceri useranno i nostri sguardi come cornice
e donami la voce della tempesta ogni qual volta
uomo stolto giocherà con un cuore
Paolo Fior
SEME SCALZATO
Quel sorriso che s'annebbia sul viso
non ha chiesto perdono, alle lacrime
che cuor amato ha risvegliato.
La tempesta non chiede perdono ai germogli
strappati alla vita abbandonandoli ad essiccare
alle pietre divenendo polvere.
Stranezza v'è che nemmeno quel fiore
nato dal germoglio scalzato dalla pietra
destinato a polvere, ora vita dopo la tempesta s'inchina a questa
in ringraziamento.
Che il ringraziamento sia brillare della propria essenza
ogni attimo?!
Non so madre silenziosa mentre illumini al suono della cicala
la rugiada e i miei dubbi,
ma che io sia la tempesta, il seme o la pietra
fa che ogni attimo di mio respiro sia un inno di ringraziamento
a chi non lascia mai che le mie lacrime uccidano la forza di un sorriso
Paolo Fior
Non son solo
Indiscreta solitudine che chiedo alle mie risa?
Si ricordo malapena il chiasso interiore del ridere,
ma spesso solletico i sensi con sorrisi e carezze.
Il domani d'incognita appare e sembra che il dolore carnale,
di me non si volgia dimenticare.
Ho ancora gambe per camminare, occhi per guardare,
mani per guarire, speranza per sognare...sono ancora vivo.
Vivo fra parole che il vento porta di luna in stelle,
di stelle in case, di case in cuori,
augurandomi che due soldi in tasca,
per un brindisi al calore dell'amore non manchino mai.
Quando il corpo s'attorciglierà dal dolore elogia la speranza
perché non manchi mai qualcuno a ricordare
che non son solo nel buio dell'esistenza.
Vibrazione d'amore
Dammi una nota che scivoli sulle tue labbra
vibrando nel suono della voce al sentire “ti amo”,
passami una carezza sulla pelle che permanga
anche quando le tue parole strappano la voce al mio fiato.
Dammi uno sguardo dove perdermi
senza perdere ciò che sono,
una luce dove potere essere l'ombra
e illuminazione, nel caso questa si spenga.
Regalami un sorriso o stelle ridenti,
lascia una lacrima unisca nella sua brillantezza
le debolezze che fanno di me un uomo.
Possa l'ira nell'eventualità della sua presenza
possa far crescere la consapevolezza del mio sapere,
nel rispetto dell'intelligenza, dove l'unica azione violenta
fatta dal mio fisico sia unire in un abbraccio
ciò che un incomprensione ha diviso
e se finisse l'amore il tempo
ne dia mai motivo di rimpianto.
Paolo fior
VENTRE NEL MARE
Sono indeciso se sedermi sopra l'onda
che sbeffeggia la sabbia scritta di cuori
o su quel petalo;
lasciato dall'ultimo mazzo di fiori
lanciato al ventre del mare da cuore ingannato...
Chi lo sa stella marina, che saluti le mie mani
immerse nella voce dell'acqua.
Silenzi rotti dalla tua voce,
sguardi interrotti da delfini ironizzanti
rincorrere le onde o la mia fantasia chi lo sa?!.
Spero che arrivi presto quel giorno
nel quale che non dovrò scegliere fra il petalo o l'onda,
perché ciò che rompe i miei occhi con lacrime di felicitata
è stretto in un abbraccio.
Se cosi non'è, beh,
senza sogni come potresti sorridere
riempir d'inchiostro le penne e d'immagini un foglio bianco?!
Paolo Fior
SPECCHIO MATTO
Scivolano sguardi funesti
irrisi da da giochi di luci danzanti,
all'inno di una lacrima.
Mani tumultuose afferrano fasci d'erba nei campi d'inverno,
ove piedi nudi rincorrono caldi abbracci.
Carnalità bigotta!,
cedi alle lusinghe de piacere e ti commuovi alla voce dei sentimenti..?!
Vieni sorriso sarcastico, allungami un pugno di ovvietà,
scrivile nella neve cosi al primo brillar di luce
ce l'ennesima tua dimostrazione.
Sciocco quell'occhio di cerbiatto sorrider di donna,
sa che, al di la delle legge di madre terra anche un orso può amare,
o preda salvare quando il cuore l'afferra per la gola.
Cosi finché una carezza non accaponerà la pelle per un brivido viscerale,
di chi sa amare e occhi di cuore sa accettare, mentre, l'alchimia cellulare fa innamorare,
beh, giullare di una matto che allo specchio mi guardi e vedi poco più di te stesso,
passami una stella e continuiamo a danzare...
Paolo Fior
Volto di un tormento
..e se poi quel chiassoso silenzio si ridicolizzasse in fiero tormento?
In fondo ogni temporale annuncia la sue fierezza con petto nuvoloso,
prima di tormentare le anime in lacrime con fredde gocce,
tanto da confondersi giusto per non imbarazzare le umane debolezze.
S alternano sguardi in ogni essere umano
quasi carpire dove il piacere e lecito di fronte all’orgoglio
e dove questo annienta la ragione abbracciata alla giusta umiltà della carne.
Che dire mani mie veicolo d’emozioni e impotenza ,
spesso non potete rasserenare la sofferenza che togliete agli altri anche a me,
non potete riplasmare cio che il tempo ha crudelmente arrugginito,
sogni di un tempo;
oggi al massimo momenti degni di profondo sorriso
ma ben lontani dall’ ingenuità figlia di una certa età.
Tempo…
spesso mai in sincronia con le esigenze umane
probabilmente perche anch’esso non sa mai se l’uomo che volge lo sguardo alle stelle
sia in sincero silenzio o a fiero volto
Paolo Fior
PAROLE SUSSURRATE
Vita
donami la forza di commuovermi alla bellezza dell'amore,
acceca gli occhi da quell'angelo capace d'ingannare la mia razionalità.
Sfiora la mia pelle con le sue mani
accarezzando quel velo
capace di togliere il respiro
prima di chiudere le labbra nella pace dei sensi.
Si, lo so non è cosi, non sei solo una favola
libera dallo stridore delle grida
nel dolore di ogni pezzo di carne strappato a te vita.
Ma lascia che per il tempo di una stella cadente
giochi passando un sorriso al cuore sotto una pioggia
di parole sussurrate.
Paolo Fior
PENE ALLEVIATE
Immergo le dita nell’acqua accarezzando la superficie con il palmo,
a fermare chissà cosa poi…
Il volto traballa specchiato, ogni tanto scalfito dai giochi dell’acqua,
abbagliati dal sole, giusto per non far vedere il vuoto negli occhi.
Madre terra non so che mi aspetto,
magari pace nel corpo schiaffeggiato spesso dai suoi limiti,
un cuore avvolto in un altro ornato da qualche momento di passione,
qualche moneta per due suoni al primo calice alzato?!
Si, ma che importa madre,
le tue lacrime scivolano nei fiumi fino al mare
a regalare gioia a chi si tinge delle acque,
mi regali questi sprazzi,
ma raccogli quello che di buono c’è in me,
prima che ciò che non è anima alimenti quella rosa bagnata dalla rugiada
nel cantico ironizzante della rana nelle sere di maggio
cosi potrò continuare ad abbracciare corpi e alleviare pene
nel sorriso di chi vi si immerge
Paolo Fior
ALI DI STELLE
Venite ali di luce
sediamoci sulla criniera dell'aurora boreale.
Corriamo, sorridendo ai fiocchi di neve
che i bimbi lanciano sul sentiero della vita.
…sono lacrime di stelle scese
fra i capelli che il vento nasconde
per non rompere quelle musa malleabile
fra i sogni e speranza che accompagneranno
le piume d'angelo
che ogni essere umano appoggia
negli occhi del cuore.
Paolo Fior
ASSENZA DI RESPIRO
Assenza di respiro s'inerpica in quello sguardo
travolto dall'ingenua bellezza dei giovani occhi.
Il sorriso s'incaglia sulle guance segnate dal tempo,
un po come un onda quando prova a rompere le rocce
per raggiungere il cielo.
Che sia cosi la volontà del tempo?
Lasciare cuori seduti in spiaggia ad osservare le onde
appena bagnati da qualche schizzo di lacrime?!
Non so amica luna il tempo segna la carne,
i sogni si irrigidiscono le mani accarezzano
ciò che non hanno,
e danno ciò che sanno trapassare in silenzio
nella speranza e felice sensazione di unire la pelle
nello stesso calore
Paolo Fior
ATRIO DEL CUORE
Madre perché mi hai dato gli occhi?!
Vedo sorrisi aprire l'atrio del cuore
per poi trovarsi la cenere della mani che se ne vanno...
Padre parchè mi hai dato le mani?!
Tolgono ciò che addolora
e lo chiedono alle forze sacre,
ma, quelle anime che stringono
possono scegliere vie del domani
oltre il monte, lontano dai miei sguardi,
lasciando vapori d'affetto fra le dita.
Anime che attorniate i miei suoni
fatti di sospiri, lacrime sul pavimento
e sogni trastulla tori del tempo,
cantate di primavera nelle gioiose verità
che emozionano e vibrando nelle viscere,
dando luminescenza ai miei sorrisi.
Non so se inno di grazia a voi alzare al cielo
o mani vuote di coraggio piene di speranze,
posso dirvi...sono vivo,
i giorni passati non sono stati inutili
e altre anime ne hanno giovato,
per qualcuno ve stata differenza,
ma non abbandonatemi, quando sotto le unghie
vi saranno pezzi di sangue unica vita in me,
donatemi un abbraccio per rialzare ciò che sono
Paolo Fior
BRILLARE D’AGONIA
Non so terra mia
la vibrante emozione nel brillare d’agonia
all’essenza di un sorriso
porta ilarità nell’ anima mia.
Quasi come un bimbo,
quando nell’ accarezzare le bolle di sapone
scoppiano,
cercando di attirarle nel suo fiabesco gioco,
nel “niente”
ricco speranza in nuovi e più forti bolle velate.
Si, lo so, tu insegni a non abusare
del esigenza del corpo e dell’anima
per non ritrovarsi avvolti in facili lacrime.
Ma in fondo anche quelle fanno parte
di una vibrante emozione.
Pedona quindi la mia impaziente frenesia
che il domani sia poesia e accogli la malinconia
irrorando le tue viscere se ci scappa qualche lacrima
allo scoppio dei sogni nel nulla di una sera di luna
Paolo Fior
CALORE INGABBIATO
Lasciate che le mie mani stringano la vostra carne,
che il calore ingabbiato nelle dita
scivoli nei vostri angoli più freddi.
Troppo impeto d'emozioni arde nel palmo,
ha bisogno di cullare il germoglio che s'affaccia vostri visi.
Perdonate l'impeto della tempesta,
non è contraria alla quiete
ma ne da valore con l'ardore dell'arcobaleno,
legame sottile fra uno sguardo e i sogni
che risiedono nei suoi mille colori.
Sere arboree lascio ad un tronco in fiore
ciò che il mio abbraccio deve comunicare,
ma egli non sorride, per quanto i petali sfiorino le mie guance,
inumidendo gli occhi.
Cosi allo sbucare del sole riprende lo scambio d'amore
con ogni essere che possa nutrire un emozione
Paolo Fior
Passeggio fra arlecchino e mangiafuoco,
con un anno in più sulla pelle rabbrividita dal freddo.
Un pirata s'affaccia vestito da fanciullo
con la lama d'ironia scrive un sorriso sulla mia fantasia.
Oh...scusa piccolo leone non ho spavento al tuo ruggire
ma commozione alla tua felicita fatta a coriandoli e saltelli di qua e di là.
Grazie carnevale era da tempo che non arrivavi nelle viscere dell'età,
grazie anime allegre a giocare con me fra una carezza alla lacrima di pierò
e bimbi a rivendicare l'orgoglio di una fiaba nella quotidianità...
GIOCO DEI SENSI
Il gioco dei sensi è cosi sottile
che non merita la mia fragilità?!
Il sogno è cosi lontano
che non merita le mie lacrime di gioia?!
Cosi madre stellata accompagno a te le mie mani
intrise di fango.
Porgo queste alle tue viscere,
sperando, che quegli affreschi di lacrime e sangue
versate nelle fredde acque della vita,
colorino la strada a quegli angeli
che sfiorandomi il viso,
danno senso all'impavida lotta dell'anima,
illusa e ansimante,
in un bacio di passione
Paolo Fior
Ironica Cantina
In fondo cos’è il silenzio
se non frastuono vestito di pelle diversa
con fili di seta?!
Da tempo non facciamo due parole anima mia,
ammesso sia io da farti da balia e non tu a queste ossa,
incapaci di oltrepassare ciò che un volto scritto da graffi di carnalità
per alcune solo rughe del tempo.
Non son degno forse di condividere con te due lacrime
incapace di gioire di semplicità frastornate
da massima espressione di commozione o sofferenza,
quasi sempre pero inumidite da polvere di scura anziché fiocchi neve.
A volte diverto me stesso con balli di follia burlona in faccia all’età
giusto per far sorridere il bimbo che nostalgicamente non se ne va,
probabilmente si diverte anche lui a guardare l’adulto
a volte goffo nel vivere o conoscere ciò che il tempo dona fuori se stesso
quasi da scarto ritrovato per sbaglio o a volte nemmeno ha mai donato.
Va be anima mia al prossimo scorcio di fraterna essenza
sia sera, mattina o ironica cantina
Paolo Fior
GUANCE ROSSE
E se la verità nascesse sull'edilio di una lacrima?
Sorridi con me fiocco di neve un po' di fantasia
accarezza la nostra follia dell'essere.
Quelle guance rosse di bambino che gioca con voi
riempie il buio di ogni angolo amaro di vita.
Si lo so è solo lampo nelle tenebre,
come una stella cadente in quella sera al chiaro di luna
mentre lottavo sull'orlo del baratro.
Ma si...,
ogni raggio di sole bacia un emozione diversa di attimo in attimo,
ciò che ieri era una lacrima oggi è un fiocco di neve
che dono a te per unirvi ai giochi di quel bimbo
augurandovi non vi svegliate mai,
così da farvi compagnia nell'ebrezza di un tramonto.
Paolo Fior
HO CHIESTO
Ho chiesto a Dio una goccia d'amore,
ho sentito una lacrima scivolare sul ventre dell'anima.
Ho chiesto a lei una carezza per asciugare il pianto,
mi ha donato due ali per volare.
Ho chiesto alla carne di non minare i sogni del cuore,
ho avuto il calore della luna .
Ho chiesto alla luna uno sguardo da amare ,
ho avuto rugiada sulle mani da donare.
Quello chiesto al vento
è stato vestito d'aurora
per lasciare alle emozioni nuove visioni,
cosi che nulla sia mai scontato dall'abbraccio al bacio,
da una carezza a grida d'irruenza.
Forse madre mia , ho chiesto ciò che non ha parole,
ma solo il linguaggio degli occhi, grida del silenzio,
l'attimo di un gesto d'amore
e solo in codesto modo egli può rispondere?!
Nell'attesa sussurrami all'orecchio ciò che non ha suoni,
cosi io possa con lucida follia
cullarmi in ciò che un sorriso imprimerà sul mio viso
Paolo Fior
IL BRILLARE DI UNO SGUARDO
Vieni raggio di luce
sciogli, sciogli la ruggine che copre le lacrime
nascoste dalla paura della debolezza,
lascia scivolino accarezzando il ventre ,quando,
si chiude e stritola ciò che di me
è un bimbo
in cerca di affetto carnalmente selezionato dagli occhi.
Nutri quest'anima fiabesca, spesso fuori dagli schemi,
capace di leggere pelle altrui attraverso le mani le sofferenze.
Aiutami a mutilare l'energia intrinseca di un cuore,
quando l'essere umano chiede di non imprimere nelle viscere
lo scambio vibrante di ciò che nulla può esprimere,
se non forse il tuo brillare nel suo sguardo.
Paolo Fior
Lacrime in umide sensazioni
Umide sensazioni appoggiate alle mie palpebre sorridete
alla capacità degli occhi di brillare,
ballate estasiate al sapore di una lacrima
la vita può rendere qualsiasi emozione inerme incapace si carpire
la vibrazione del cuore.
Quante ne abbiamo viste, molte amarezze ancora odorano nella pelle,
molte cicatrici ancora strappano pezzi di vita.
Ma in fina dei conti la perfezione non farebbe una meraviglia unica,
immaginiamo se non vi fosse mai la notte
il sole sarebbe un’ovvietà quasi assillante e banale.
L’arcobaleno nasce dopo una pioggia di lacrime forse tremanti
al sol pensiero di lasciare al cielo tale regalo.
Così come ogni sorriso è figlio unico di sé stessa
spero non venga mai tolta al mio essere il sapore di una lacrima
solo così posso essere tanto pioggia quanto arcobaleno
ad ornare questo insieme di ossa e carezze
Paolo Fior
IMPRIMERSI DEL LORO BRILLARE
Piccolo silenzio, vieni
il solletico del ironia bussa,
un piccolo viaggio s inchina a noi. Solerte voglia di crescere al tuo vociare, un po come i primi cinguettii
allo spuntar dell alba.
Gridiamo, ma non troppo!
potremmo svegliare l ovvietà.
In fin dei conti una carezza puo far tremare un cuore,
tanto da alzare la pelle alla luna,
quasi il pelo si metesse sull'attenti !
Un forte frastuono puo far scappare tanto da non aver lasciato traccia del suo volto.
Siediti sono solo un uomo cosi piccolo nel silenzio della notte tanto da far sorridere una manciata di stelle
prima di nascondersi al passar di una nuvola,
troppo rumore non darebbe il tempo
d' imprimersi del loro brillare.
Paolo Fior
IRONIA IMBARAZZATA
… in fin dei conti che ti chiedevo amica luna?
Una lacrima intrisa d’amore capace di donare al cuore
un paio d’ali da librarsi in volo in uno sguardo di donna.
Sfiorare con le dita il seno
donatore di vita attraverso il nutrimento
al gemito di un bimbo.
Ah, si lo so stolto d’uomo ingenuo speranzoso
deriso dalla stessa ironia imbarazzata sa tanta illusione.
Occhi grati e forse innamorati si son scontrati con i miei,
ma maledetta natura un cuore si unisce
a ciò che sguardo e viscere bramano
e non ve regola se non l’onesta
di essere ciò che si è aperti alla prime labbra
che aprono la serratura dell intima essenza
capace ad ogni età di fa tremare la voce
al suono dell’ ‘ amore
Paolo Fior
LA FORZA DI SORRIDERE
Mi siedo su un filo d'erba,
raccolgo un petalo che ironicamente mi guarda.
Copro il capo caso mai una goccia di rugiada mi risvegli
dall'oasi fiabesca raccolta in un angolo
fra i mie pensieri.
Si anima mia giochiamo, dimentichiamo questi pezzi carne
mezzo del nostro cammino, strumento di vita spesso malconcio.
Una ventate apre lo sguardo di lato...
amica farfalla concedimi i tuoi colori,
prestami le tue ali voliamo sui sorrisi del mondo,
ma non dimentichiamo di raccogliere un altro petalo
per accarezzare chi ora non ha la forze di sorridere...
Paolo fior
BACIO DI FARFALLA
Mi baci sulla fronte farfalla e scappi...
come a richiamare i miei occhi sul tuo meraviglioso vestito,
lasciando una boccata di ironia sul viso.
Si, spero sia un segno dell'intimo gioco del destino
a non togliere la speranza ai sensi,
bramosi di appagare ciò che la coscienziosità del cuore
chiede da quando ha capito la differenza fra amore di sangue
e amore d'anima.
Un volto amico sorride all'indifferenza di quell'attimo,
nemmeno sè accorto se non alle mie parole
e spero che anche sorella luna non si accorga,
sorpresa anche lei nel mio spargere di brillanti scie
ogni angolo del cielo
orgoglioso, di aver lottato e creduto in qualcosa
che ad alcuni esseri umani non è concesso
se non saltellando fra una stella e l'altra,
fermandosi al primo arcobaleno per un brindisi fra le nuvole.
Paolo Fior
LA SFIDA DEL BUIO
Notte sfida il buio che si nasconde dietro il mio sorriso,
prendilo per mano,
lascia che le stelle
illuminino l'alba del nuovo giorno,
e che le nefandezze della carne
il dolore che essa insinua fra le sue viscere,
non minino il calore che trapassa dalle mie mani.
La forza che stringe in un abbraccio un altra anima,
spesso è il mio stesso cuore
che desidera sentirsi vivo
vibrando quando il respiro di chi stringo
sussurra un grazia al mio udito
Paolo Fior
Notte sfida il buio che si nasconde dietro il mio sorriso,
prendilo per mano,
lascia che le stelle
illuminino l'alba del nuovo giorno,
e che le nefandezze della carne
il dolore che essa insinua fra le sue viscere,
non minino il calore che trapassa dalle mie mani.
La forza che stringe in un abbraccio un altra anima,
spesso è il mio stesso cuore
che desidera sentirsi vivo
vibrando quando il respiro di chi stringo
sussurra un grazia al mio udito
Paolo Fior
L’ALTALENA VUOTA
Che manca in quel seggiolina anima mia?
Quel bambino mai nato lasciato nei seni della madre troppo amorevole
per donarlo ad una sola vita?
Quel bimbo nato per morire in una pozza d’acqua sperando,
che chi vi attingerà sia germoglio di nuove verità in una terra resa arida dall’ odio?
Non so che s’illude il cuore di un uomo smembrato dalla carnalità
di una carezza, interrotta da uno sguardo privo di ciò che ella chiede.
Appoggiamo le anime e volti di ciò che ha fatto di me un uomo, con mille ombre
illuminate da stelle orgogliose per ogni sorriso e grazie letto nelle labbra di altri volti.
No no terra mia non pecco d’illusione tutto ha due volti
governati da una mente a volte friabile.
Ma consola in me il tuo tremore sebbene a volte portatore morte,
mai ,ma, lascia privo di dono nuova vita dalla cenere.
Allora lasciamo sia l’altalena vuota a dondolare al soffio di ogni speranza
che un uomo sa poggiare
Paolo Fior
LAME STRIDENTI
Una nota saltella sul filo della melodia
di uno sguardo perso in angolo di mondo,
fra vetri rotti e parole intrappolate nella rete
degli accalappia cani.
Esserei umani vestiti di nulla rompono la libertà di una vita,
fra ululati alla luna e baci alle finestra di cuori innamorati.
Malinconia attonita schiaffeggi mozziconi di sigaretta gettati a terra,
giusto per non vedere la passione di altri essere umani,
e non sentir stridere con lame di rasoio la propria voglia d'amare
rotolarsi in quei vetri rotti.
Compassionevole vento d'inverno,
liberi la mente da caldi pensieri
e lasci che un uomo stringa l'unico calore
fra pugni stretti in occhi socchiusi
Paolo Fior
LUNA SACRA
Gli umani festeggiano nel loro credo la risurrezione,
sorrido sorella mia, ci auguriamo nuova rinascita,
speranza e amore.
Non di rado illusi che un abbraccio compensi un bicchiere
di ipocrisia schiaffeggiato da un calice di vino
Io voglio festeggiare te luna sacra, proteggi uomo,
esso sia avvolto nelle oscure tenebre frustanti nell’ anima
spezzate da qualche lacrima se ne ha ancora la forza.
Oppure giovani zampillanti, amori figli della passione carnale,
tanto attorcigliati fra uno sguardo e un bacio.
Anime passate o speranze presenti illuminano le tue lentiggini,
buona pasqua,
a te e tutto ciò che ogni giorno risorge e fa il suo umile lavoro
senza tanti auguri o riconoscenza.
Mi piace pensare pero che nell’ ultimo respiro chinato a te
mi accetterai ad ornare la notte,
e se non chiedo troppo un volto amato,
a me grato di esser stato una parte del suo respiro.
Paolo Fior
MILLE SGUARDI
Ho scelto uno sguardo
per perdermi in oasi silenziose
chiassose di fantasia,
uno, per guardare in faccia la paura
e giocar con l'onor delle armi tremante
orgoglioso del limite carnale.
Uno, per giocare senza paura
con farfalla rincorrendola come
un bimbo ironizzato dai goffi movimenti
di un essere umano spacciatosi per bimbo.
Uno, cinico, ricoperto nel cuore
per non sentire il lamento dell’ uomo
in onore del suo bene lontano.
Uno disposto a brinare le nudità del cuore
per far sfavillare l'amore ancora racchiuso nei sogni
ormai ricoperti da ragnatele e maschere inneggianti
ad un passato convinto di potere unire il brivido di un orgasmo
allo sfavillante brillar di un amor viscerale impresso in un bacio
Uno...no di che mi illudo stupido umano quello sguardo
nello specchio è il mio come una e la luna e uno il sole
dammi pero madre terra la capacita di unirli stellando
le ombre nere della vita.
Paolo Fior